Uscito a inizio mese, l’ultimo rapporto Capgemini dovrebbe esser protagonista della campagna elettorale, e invece nessuno ne parla: pmi e artigiani perdono ogni anno 238 ore per adempienti di ogni genere. Un’altra ricerca, calcola in 30 minuti al giorno il tempo dedicato in media da ogni cittadino alle prese con la burocrazia; il doppio per uno straniero. Ma anziché aprire un dibattito nazionale, c’è il fatalismo delle calamità per la piaga più orizzontale, da cui discendono evasione, corruzione, sommerso, privilegi per pochi, e in cui muore la trasparenza degli atti.
Per Salvemini la prima riforma dell’Italia doveva essere quella di creare una pubblica amministrazione moderna. Invece, negli incontri di queste elezioni o in quelli dei Repubblicani nei mesi scorsi, la mala-burocrazia è il dramma di scuola, sanità, fisco, giustizia, agricoltura, imprese…
Altrove non esiste la perfezione, ma non funziona come in Italia. Ne discende il primo impegno del candidato: se eletto, attiverò un osservatorio, dove per ogni adempimento richiesto in Italia indicherò la buona pratica di un paese europeo. Chiederò tutti di segnalare casi, in una piattaforma aperta per far capire che le alternative esistono – basta passare la frontiera. È impegno fondamentale: la mala burocrazia distrugge la democrazia, spreca risorse, mina il senso di cittadinanza.
Oggi, seppure per un breve tratto, partecipo da candidato alla “12° Discesa del Po in difesa del Fiume e delle terre di Golena”, che molti cittadini effettuano per vari tratti a piedi, in canoa, in bicicletta, perfino a nuoto. Oltre che la siccità e i cambi climatici (si veda anche questo mio articolo per il Commento Politico: https://www.ilcommentopolitico.net/post/siccità-e-incendi-l-altra-guerra-dell-europa), anche il Fiume (giustamente con la “F” maiuscola) è vittima di un garbuglio di enti e autorità che hanno voce in capitolo per la sua gestione, complicando ciò che dovrebbe essere trasparente e veloci.