In questa lunga intervista al Giornale d’Italia racconto due cose legate tra loro: il chi me lo ha fatto fare di candidarmi, e come vedo, come “sento” la nostra Italia in quanto cittadino che lavora all’estero pur avendo sempre continuato a tenere un rapporto di abbraccio strettissimo con il paese.
E così torno su una sorta di cantilena che pochi ascoltano ma che recito spesso: i sette vizi dell’Italia, come, dati alla mano siamo praticamente ultimi per efficienza della burocrazia, impatto negativo del crimine organizzato, corruzione, evasione, economia sommersa, privilegi di casta e istituzioni obsolete. Non dico nulla sul debito, che è un a diretta conseguenza di tanto spreco.
Queste sette guai meriterebbero ciascuno un dibattito approfondito, sempre, e tanto più in una campagna elettorale. Invece stiamo a parlare di blocchi navali impossibili, sanzioni inevitabili e sfide globali che ci trovano impreparati proprio perché non siamo capaci di mettere in ordine i “fondamentali”. Questa agenda è il mio laico ecclesiaste.
Intervista Giornale d’Italia: Rinaldi MRE un dovere aiutare l’Italia